
Come è noto, di uno dei momenti più importanti della storia della fede cristiana, il Concilio di Nicea, non sono presenti gli atti ufficiali, se non la formula della fede che ancora oggi si pronuncia durante la Messa, e i venti canoni.
Nicea tra storia e fede
Gli atti non ci sono pervenuti – forse non sono nemmeno mai stati prodotti -, ma nonostante questo il Concilio rappresenta uno dei passaggi fondanti del Cattolicesimo, un punto di partenza in cui gli eredi degli apostoli, sparsi per il mondo, si riunirono per raccogliere sensibilità ed espressioni diverse e trovare un modo di stare insieme, gettando le basi dell’unità dei secoli futuri.
Un’assemblea sulla quale ancora oggi si interrogano studiosi e fedeli di tutto il mondo, soprattutto in questo 2025 che segna i 1700 anni dal concilio. Un anniversario scandito da moltissimi eventi, tra i quali anche il convegno organizzato dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale lombarda lo scorso novembre, a Brescia. Un convegno di cui, a differenza del Concilio originario, gli atti esistono e sono stati pubblicati nei giorni scorsi proprio dalla Pmp edizioni, in un volumetto in cui si possono trovare interessanti approfondimenti destinati non soltanto ai ricercatori, ma a tutti coloro che desiderano approfondire un argomento che, per certi versi, è ancora carico di mistero. Studi che partono, evidentemente, da un presupposto irrevocabile, la differenza tra la “Nicea della storia” e la “Nicea della fede”: approfondire la prima, con tutti i suoi limiti e le contraddizioni di un evento storico reale fatto da esseri umani, non costituisce un’insidia per la seconda, che è già vincente, perché è riuscita a portare avanti con i deboli mezzi umani (o forse, per chi crede, nonostante i deboli mezzi umani) una verità che si è incarnata per attraversare la storia, i secoli e i millenni.
Unità nell’ecumenismo
Il libro si apre con il testo rivolto da Papa Leone XIV ai partecipanti al Simposio ecumenico dedicato al 1700esimo anniversario del Concilio: «Il Concilio di Nicea non è solo un evento del passato, ma una bussola che deve continuare a guidarci verso la piena unità visibile dei cristiani» ha affermato il Pontefice, evidenziando appunto il valore non soltanto storico ma di fede della ricerca su Nicea. Ma il libro è arricchito anche dai messaggi che il patriarca ecumenico Bartolomeo l’arcivescovo di Costantinopoli, rivolse all’assemblea riunita per il convegno bresciano, e quello che Papa Francesco, quasi in risposta, pronunciò in occasione della festa di Sant’Andrea, il 30 novembre 2024. Due messaggi che chiariscono già il valore profondamente ecumenico dell’assise ecclesiale, una dimensione rimarcata anche dal vescovo di Lodi Maurizio, delegato della Cel per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, nella sua introduzione ai lavori dell’assemblea: «Nicea – ha concluso il suo intervento il vescovo di Lodi -, è già parola unanime dell’oikoumene, professione di fede comune, lievito di unità custodito dall’unico Spirito».
I contenuti del libro
Nel volume sono quindi presenti la prefazione dell’arcivescovo metropolita e presidente della Conferenza episcopale lombarda, monsignor Mario Delpini, il video messaggio del cardinale Kurt Koch, presidente del Dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani, i saluti di monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia e di Dionisio di Kotyeon, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi ortodossa d’Italia del patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Ma, soprattutto, contiene le relazioni degli studiosi che hanno approfondito l’argomento portando ai presenti una sintesi facilmente accessibile di ricerche complesse. La professoressa Cristina Simonelli, docente della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e di quella del Triveneto, ha tenuto una prolusione dal titolo Nicea: perché e come. Ragioni e sviluppo, quindi monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, ha pronunciato una riflessione dal titolo Cristo ieri, oggi e sempre. Dimensione cristologica ed ecclesiologica del Concilio niceno, e il professor Riccardo Burignana, docente di Ecumenismo nella Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale di Napoli, ha affrontato il tema La forza del dialogo. Origine e cammino del dialogo ecumenico alla luce del Concilio di Nicea. A raccogliere le fila del discorso monsignor Roberto Vignolo, coordinatore del convegno e docente emerito di Sacra scrittura nella Facoltà teologica di Milano.
Nicea oggi
«Nicea cosa ci chiede? Cosa propone – ha chiesto in conclusione il vescovo Maurizio -? Senz’altro suggerisce di avvicinare l’Oriene cristiano per assimilare la fede comune e trovare un linguaggio adeguato e unanime al fine di interpellare l’oggi di credenti e non credenti nella prospettiva dell’unità dei cristiani e dell’incontro inderogabile a livello interreligioso». Nel mondo contemporaneo che spesso pensa di non avere più bisogno della fede, nel mondo contemporaneo segnato dalle guerre, dalle incomprensioni e dalla paura dell’altro, l’Oriente è spesso visto come luogo di scontro tra mondi diversi e concezioni diverse dell’umano, e la religione come strumento di divisioni e chiusure. Guardando alle nostre spalle, invece, Nicea è testimonianza del contrario: del valore dell’unità ecumenica e del dialogo interreligioso, che proprio a partire dall’Oriente può diventare luogo di confronto e di conoscenza reciproca. Si potrà così dare al mondo l’esempio di un’umanità capace di concretizzare nella vita l’appello indimenticabile di Giovanni Paolo II che, parlando di «intese ecumeniche» in vista del Giubileo del 2000, espresse l’auspicio che esso fosse «l’occasione propizia di una fruttuosa collaborazione nella messa in comune delle tante cose che ci uniscono e che sono certamente di più di quelle che ci dividono». Così anche in questo 2025, Anno giubilare, l’auspicio risuona ancora più forte in un mondo che ha bisogno di unità.
Pubblicato su “Il Cittadino di Lodi”, sabato 26 luglio 2025
8 Settembre 2025